Ego smisurato ed ego a riferimento dinamico.

Ho formulato questa piccola teoria mentre ero al cesso. Ho cominciato a pensare a come molte persone hanno un ego smisurato, come quello del presidente del consiglio, ed invece di come altre persone vivano costantemente all’ombra dei loro idoli.
C’� qualcosa che comunque accomuna le due tipologie, ossia la violenza con la quale attaccano chi a loro nonègradito il fiume di luoghi comuni misti ad anatemi che travolgono chi si oppone al loro pensiero.
Lo psiconano diventa feroce con chiunque lo metta in discussione, ha un ego così smisurato che non permette nessuna critica. Ci sono anche però quelli che non hanno un così grande ego, ma come dire si appropriano di volta in volta di quello del loro super egocentrico di turno. Mi ha fatto venire in mente tutto questo l’atteggiamento di quella subrettina, che non so manco come si chiama, cheèdiventato un vulcano in eruzione quando il mago Silvan ha fatto una tiepidissima battuta su Berlusconi. Se Silvan avesse sonoramente bestemmiato il dio dei cristiani penso che la reazione sarebbe stata più blanda. Pensare che queste persone siano servili in modo così imbarazzante solo per tornaconto personale, sarebbe riduttivo,èqualcosa di più complessoècome se costoro scegliessero di volta in volta un ego smisurato da adottare come se fosse il proprio per poi difenderlo a spada tratta da chiunque osi criticarlo, politico o giornalista che sia, con rabbia e risentimento come se fossero loro stessi in discussione.
Pace per Emilio Fede che ha la stessa età dell’egonano ma tutti questi lecca culo patologici ancora in giovane età come faranno quando Berluskaiser non ci sarò più. Faranno come Ferrara che non potendo abbracciare la fede per la sua indole atea ha pensato bene di adottare l’enorme ego della chiesa apostolica romana. Diventando appunto �un ateo devoto�, oppure dovranno trovare un altro cavaliere a cui piacciano i lecca culo, giù perchè il problemaèproprio questo: a non tutti i dittatori o aspiranti tali piacciono i lecca merda.

Il modello PDL è il modello del network marketing

Un giorno circa 10 anni fa una mia amica, (anzi dopo questo episodio direi ex) mi telefona dicendomi: �ti invito in un posto, non posso dirti esattamente di cosa si tratta ma devi assolutamente venireèper te un’occasione importante, ti costa 50.000 lire non posso dirti altro�.
Fidandomi di questa persona che era anche una mia cliente (allora facevo anche il fotografo ai matrimoni) in quanto feci il suo servizio fotografico al matrimonio accettai pensando non so perchè che si trattasse di qualcosa legata alla mia professione.
Per questa cosa c’era un protocollo rigido da seguire: dovevo raggiungerla nei pressi della sua abitazione, lasciare la mia auto li e andare via con lei. Poi capii che questo era un modo per non permettermi di lasciare il posto dove saremmo andati quando avrei deciso io ma solo quando avrebbe voluto lei.
Arriva il giorno seguo le direttive arrivo da lei, lascio la mia auto, salgo sulla sua assieme ad altra gente che capisco essere nella mia identica situazione: degli ospiti inconsapevoli di tutto.
Assieme ad un’altra vettura arriviamo a Milano 2, entriamo in un albergo, giù da quel momento intuisco che possa trattarsi di una convegno di network marketing. Alla mia domanda però la mia amica mi risponde ancora una volta che non pui dirmi niente, che al momento giusto capirò tutto.
Finalmente entriamo in enorme salone per convegni, ci sedia mo sulle gradinate, dopo pochi minuti parte un video sull’enorme schermo accompagnato da una musica con volume da discoteca, tranne i nuovi arrivate come me, gli altri si alzano tutti insieme battendo le mani agitandosi come degli indemoniati e ripetendo slogan che riconosco legati all’ambiente automotive.
Ad un certo punto interviene il Tony Robbins della situazione che utilizzando le più scontate tecniche di vendita e le più banali strategie di automotive, cerca in pochi minuti di convincere i neofiti a diventare dei rampanti imprenditori dell’aria fritta, si dell’aria fritta perchè anche nelle più assurde organizzazioni di vendita la baseècomunque il prodotto, il bene, il servizio, o qual si voglia oggetto da vendere. Qui non c’era si trattava solo di trovare altri polli come lo ero stato io e l’altra coppia di conoscenti della mia amica, i quali venissero come noi ad un simile incontro. Prima però avremmo dovuto cacciare 4 milioni di lire a testa.
Per farla breve la solita catena di san Antonio, furbamente nobilitata con la definizione: Network Marketing.
Sono abbastanza adulto e informato per non cadere nella trappola nonostante i ripetuti attacchi dialettici atti a convincermi che non posso accontentarmi della mediocre vita e lavoro che conduco. Che non aderendo rimpiangerò l’avere sciupato una grande occasione di successo.
Vorrei aiutare a fare la scelta giusta anche al coppia di sposini cheè venuta con noi, ma capisco che non posso intromettermi. Alla fine loro aderiscono. Pur dovendo aspettare sera (per via della macchina) per andarmene mi sento comunque sereno, mentre la giovane coppia non ha l’espressione di chi ha fatto un buon affare ma l’espressione che si ha quando uscendo di casa sorge il dubbio di avere lasciato il gas aperto.
Da allora di convegni di network marketing come quello ne ho visti centinaia, anche se tutti in televisione e tutti da quando Berlusconièsceso in politica, l’ultimo il più grande pochi giorni fa con
la nascita del pdl che ha fagocitato AN, con la gente che ballava saltava e si sentiva motivata.
Mi chiedo se qualcuno di questi non ha mai la sensazione di avere lasciato il gas aperto.

Forse Gianfranco Fini