Il Pd ha scelto di pagare il pizzo e ora la prima rata

Il PD poteva con l’aiuto dei 5s provare a liberarsi del nano, invece  ha scelto di fare il governo con B. E’ un po’ come il commerciante che per ‘quieto viverre’ alla fine sceglie  di pagare il pizzo alla mafia.

Lo sapevano che sarebbe finita a schifio, ora che è arrivata la prima grossa rata da pagare si accorgono quanto è difficile starci dentro, riuscire a fare quadrare i conti.

Ora che B è alla sentenza finale chiede il conto anche al pd e sarà salatissimo, i pd meno elle vogliono fare credere di cascare dalle nuvole, ma sapevano veramente cosa voleva il nano da loro. Voleva che il PD avallasse l’idea che lui è sopra le leggi, il nano di Arcore ha voluto fare diventare un problema suo un problema di tutti, non divide di certo i guadagni con la sinistra ma pretende di dividere i costi.

Ed eccoci ancora qui, ricattati dal solito ometto bugiardo egocentrico, obsoleto, vecchio, anacronistico, ma furbo come una volpe e di fare pagare il pizzo anche chi il nano non lo ha votato, anzi lo detesta.

“L’ottimismo è il sale della vita”. Forse ma non in Italia

Ci sono dei momenti della mia vita che penso che se fossi un po’ più ottimista, le cose potrebbero andare meglio, quel che si chiama ‘pensiero positivo’, argomento su cui si sono scritti centinaia di libri e sopratutto in America, di manuali. Manuali che ti insegnano ad utilizzare l’ottimismo come motore, come strategia di successo personale, l’ottimismo dei motivatori come Tony  Robbins. Anni fa lessi parecchi libri relativi a questo argomento, alcuni nemmeno banali, alcuni corredati di tecniche e strategie come ad esempio la P.N.L.  programmazione neurolinguistica che fa della precisione linguistica nella scelta degli obbiettivi la strategia ultima per realizzarli e che appunto con l’aggiunta di una visione ottimistica della realtà dovrebbe diventare uno strumento di auto-realizzazione. Non è un caso che però che il positive thinking, sia nato e si sia prevalentemente sviluppato in America, un paese dove la affermazione di se stessi nella società è veramente più legata all’impegno, alla motivazione personale, alla costanza, molto più che a fattori esterni, Lebnizcome invece succede in Italia. Sembra che nel nostro paese tutti siamo più in balia  delle ‘onde del destino’  e che noi in prima persona poco possiamo fare per dirigere la nostra vita. Troppo forte è la sensazione che in Italia tutto dipenda dalla politica, dalla chiesa, dai baronati, dai ricchi imprenditori, ecc. e poco o quasi nulla dipenda osa noi.  E’ risaputo che nel nostro paese, è ricco chi nasce tale. Il pessimismo non nasce dalla percezione della crisi ma dal senso di impotenza che deriva dalla consapevolezza che noi comuni mortali, poco o niente possiamo fare per superala.

In questo paese di merda le banche non prestano soldi a chi ha ottime idee imprenditoriali, non aiutano con investimenti ad uscire dalla crisi, la codardia e l’inadeguatezza dei politici frena la modernizzazione del paese. Per queste ed altre ragioni noi dobbiamo solo sperare che il ‘padrone’ per cui lavoriamo non decida di delocalizzare in Romania solo per incrementare la sua ricchezza personale, dobbiamo sperare che politici incapaci finalmente promulghino una legge che ci aiuti a trovare un impiego, dobbiamo sperare che i sindacati la spuntino per noi, in ultima analisi dobbiamo sperare in una botta di culo, che s però si sa matematicamente, molto ma molto improbabile.
Quindi mi viene da domandarmi, come si può essere ottimisti in un paese così ingessato, cosi non scalabile.
Ad un workshop al quale ho partecipato qualche settimana fa il relatore ha pronunciato ancora la frase: ‘tutto dipende da noi, solo noi in prima persona possiamo cambiare la nostra vita’ In passato ci credevo anch’io ma ora non più, non almeno nel mio paese dove Gattopardamente tutto cambia per non cambiare nulla. Il pessimismo nasce dal fatto che il timone che manovriamo non determina più la direzione della nostra vita, oramai solo il vento e le onde decidono per il futuro.

Ci sono due tipi di ottimista

1)Quello che dopo un’analisi della situazione ed una valutazione delle condizioni esterne, ha capito che è in grado di influire sugli eventi e d condizionarli seppur solo in parte a suo favore, altresì comprende che mantenere una visione ottimistica le darebbe più energia per raggiungere il suo scopo,l quindi a conti fatti decide si essere ottimista, perché può permetterselo ed anche gli torna utile quel tipo d impostazione mentale.

2)quello che è immerso nella merda fino alle orecchie, ma non se ne rende conto, la suo mente gli rimanda profumo di violette anziché di merda, in poche parole il classico ottimista che sarebbe un pessimista se solo l’ignoranza non le impedisse la reale percezione delle cose.

Un analisi sul leaderismo

E’ tipicamente un atteggiamento italiano, quello di affidarsi ad una qualche figura da noi considerata più autorevole di noi stessi. Il padre che si rivolge al dottore dicendo: “lo metto nelle vostre mani”, riferendosi al proprio figlio, la stessa cosa si fa con i professori, gli allenatori di calcio, gli insegnanti di musica, i datori di lavoro, fino ad arrivare al politico passando per il camorrista. Nel libro ‘Gomorra’ di Saviano c’è una scena simile quando il padre lo affida a colui che dovrebbe fargli una sorta di formazione nel mondo illegale del riciclaggio di rifiuti. Proprio leggendo il libro di Saviano mi sono ricordato quante volte mio padre uso questo modo di fare anche con me, appunto con il chirurgo prima di entrare in sala operatoria, con il mio maestro di Judo, con il carabiniere quando feci i famosi tre giorni del militare, facendomi per altro fare forse la più grossa figura di merda di tutta la mia vita. Se noi sostituiamo al povero soggetto singolo un intero popolo: “ci affidiamo a……..”, ecco che abbiamo il leaderismo, l’esatto contrario di quello che io chiamerei il responsabilismo. Tutto il mondo è uguale riguardo al leaderismo, ma noi italiani siamo un po’ più uguali. Forse dipende dal fatto che in questo paese non c’è stata una riforma protestante, quindi non essendo ‘salvi per grazia’ ci dobbiamo ‘affidare’ anche per la nostra salvezza, forse è l’enorme senso di colpa sia collettivo che individuale degli Italiani (sempre derivante dal cattolicesimo) che ci impedisce di caricarci direttamente delle nostre scelte e responsabilità, come dire: “l’ho già fatta grossa meglio che delego a qualcuno altro” . Osservando il mondo mi viene da dire però che in effetti il leaderismo è fortissimo anche in altre nazioni, forse la differenza è che fuori dall’Italia un leader è un leader, qui è qualcosa di più, una specie di papa, infallibile nelle sue scelte. Mi viene da dire che in altri paesi un leader quando cade fa un tonfo e un buco più grosso, in Italia un leader, non crolla mai del tutto, infatti sembra incredibile ma c’è ancora gente che parla bene di Mussolini.

Il pdl dice al pd: “noi non abbiamo il problema del leader come voi, noi il leader lo abbiamo già, è Silvio Berlusconi”. Sembra una barzelletta, ma i politici del pd non riescono mai a rispondere a tono, quasi fosse importantissimo avere un leader, pace che poi è un leader di merda. Non c’è niente da fare noi italiani dobbiamo per forza metterci nelle mani di qualcuno, le nostre non le vogliamo proprio usare, tranne che per quella pratica che secondo qualcuno porta alla cecità.

Perchè gli italiani si fissano con i dittatori?

E’ già successo con la Libia, abbiamo, o meglio i nostri governanti hanno leccato il culo a Gheddafi per anni, i nostri svegli imprenditori hanno fatto affaroni in quel paese. Poi ad un certo punto i Francesi si accorgono che li c’è una dittatura e per ‘amore del  popolo libico’, decidono di abbatterla. Ovviamente tutti i vecchi imprenditori e politici stranieri che erano impelagati con il vecchio regime diventano all’improvviso inadatti, quindi se ne devono tornare nel loro cazzo di paese. Si sa la nostra classe dirigente non riesce ad imparare dai propri errori, quindi da capo si cercano un altro paese che abbia un altro dittatore, possibilmente, che sia gradito al nostro grande leader maximo testa di asfalto, come appunto era con Gheddafi, Sembra che ill Kasakistan faccia  proprio al caso nostro, quindi ci sputtaniamo per bene con il resto del mondo democratico ma riusciamo ad avere un rapporto preferenziale, sempre grazie al nostro leaderone che incomincio anni fa a ‘dare il tu ai grandi della terra” . Con grandi scambi culturali tra i due paesi, veicolati da grandi troie, riusciamo ad installare qualche fabbrichetta quà e la nello stato del kasakistan, almeno fino a quando qualcuno non decreterà un embargo perchè in quel paese non si rispettano i diritti umani.

I nostri imprenditori parlano tanto di concorrenza leale ma poi riescono a fare affari solo dovo riescono ad essere monopolisti, solo nei paesi dove c’è corruzione e non c’è democrazia.

I dittatori degli stati liberi delle banane, amano i dittatori degli satti liberi delle bananane.

I dittatori vanno matti per gli altri dittatori, questo è risaputo. Sarà un caso che al nostro trombonano piacciono tutti i dittatori più chiaccherati, a partire da quel avvelenatore di ex spie, killer di giornaliste e torturatore di Ceceni chiamato Putin per finire con il leader Kazako al quale ha appena con l’aiuto del semper fidelis Allano consegnato la moglie e la figlia del suo principale oppositore.

Che cazzo vogliono fare adesso? Indagini? Rapporti? Ma ci prendono per rincoglioniti? Ma lo sanno anche i minchia che tutta l’operazione, contro una madre e una bambina, degne delle squadre della morte dell’Argentina di Videla e del Cile di Pinochet sono state fatte per fare un favore al nano in colbacco grande amicone di Nursultan Nazabarayev.

In un paese serio si sarebbe dovuto dimettere Alfano, Bonino e forse tutto il governo, ma no adesso aspettano il rapporto della procura di Roma. Mica cazzi.

PS Certo che 50 agenti? Manco per prendere l’incredibile Hulk!

 

Ogni azione politica deve tenere conto del momento storico

Alias: non si estrae un dente con lascesso.

Perché i radicali sono cosi ansiosi di volere fare un bel regalone al cainano con il loro referendum sulla giustizia? I radicali sono stati come ho già scritto in passato propedeutici all’ammodernamento del paese, ma da quando c’è B, anche loro sembrano avere perso il senso delle cose. Una riforma sulla giustizia pur non essendo a mio avviso la priorità del momento, è comunque necessaria, sopratutto per quanto riguarda la velocizzazione dei processi, l’informatizzazione delle procure, ecc, per quanto riguarda la separazione delle carriere e la responsabilità dei giudici , sospendo il giudizio. Anche se il fatto che queste due ultime cose siano volute fortemente dal corto playboy nazionale mi fanno fortemente dubitare che siano da fare. I ogni caso, cazzo!? Ma proprio ora? Possibile che chi vuole la riforma della giustizia non comprenda che non è questo il momento di attuarla, ci sono in circolazione troppi loschi figuri che hanno ancora  troppo potere, hanno il potere di condizionare le scelte a favore loro, non del bene comune.Mettiamo che siete abbastanza folli di chiedere con la faccia gonfia come un canotto ad un dentista di estrarvi un dente mentre avete in corso un ascesso,  a meno che non sia uno stronzo certificato, vi dirà di prendere gli antibiotici e di tornare quando sarà passata l’infiammazione.

Carissimi radicali bisogna aspettare che passi l’infiammazione prima di agire, bisogna a spettare che passi l’egonano prima di toccare certe leggi, bisogna assolutamente aspettare che passi B prima anche solo di avvicinarsi alla costituzione.

Non si portano le pecore al pascolo sapendo che ci sono i lupi pideelloti, anzi forzaitalioti in giro per le lande. (Sono in vena di metafore).