ENA MEGALO OXI !!!

ENA MEGALO OXI !!!

Un grande NO! Con tutti i dubbi e le paure, spero proprio che i greci votino no, perché penso che il si significhi continuare il ricatto dei poteri forti europei sulla povera gente, chi vota si oggi sono quelli che stanno meglio, sono i greci che portano i loro soldi all’estero sono quelli che hanno tutto da perdere con la fine dell’austerità e del ricatto economico. Il voto NO pur essendo molto rischioso a causa dei colpi di coda del capitalismo più squallido, quello delle banche europee, quello delle corporation internazionali ai quali non frega un cazzo della povera gente ma solo di mandare avanti l’ingiusto e anacronistico modello capitalista. Bisogna gridare forte in Europa che non è vero che non ci sono risorse, semplicemente queste non sono distribuita equamente.
La parola d’ordine dovrà essere (spero) REDISTRIBUZIONE. Chi non ha più nulla da perdere in Grecia e non solo oramai sono in tanti, questa gente, noi dobbiamo renderci conto che questa condizione di disperazione è però anche quella dalla quale, (proprio per il fatto di non avere più nulla da perdere) di totale libertà di scelta.
Spero che i greci capiscano che votare significa dimostrare di non avere più paura, la fine del ricatto.

Se ci fossimo svegliati in questo mondo anziché esserci nati?

Se ci fossimo svegliati in questo mondo anziché esserci nati?  Probabilmente oltre a non esserci famigliare lo considereremmo illogico e ostile.

Accettiamo questo universo perché ci siamo nati e cresciuti all’interno, allo stesso modo accetteremmo un pollaio se ci fossimo nati e cresciuti all’interno.

Se cosi non fosse ci comporteremmo come i soggetti del film ‘Cube’, ovvero faremmo di tutto per capire cosa è la strana struttura nella quale ci siamo svegliati e tenteremmo in tutti i modi di uscirne.

L’inferno è tale nella misura in cui non riusciamo ad accettarlo come nostro luogo.

Su questo pianeta tante persone si sono adattate al loro inferno.

Benigni e i 10 comandamenti, jerry (io) e l’1 comandamento

Guardando la trasmissione di Benigni: “i 10 comandamenti” mi è venuto in mente che questi potrebbero essere sostituiti da un  solo comandamento, comandamento non dettato dall’astrazione religiosa ma dalla logica pura e semplice, il mio mono comandamento reciterebbe: “Non causare sofferenza“. Semplice, pulito, elegante come la teoria della relatività.

Le pantere grigie di Federico Rampini e il cavallino di Domenico Modugno

Le pantere grigie di Federico Rampini e il cavallino di Domenico Modugno

Efficace ed elegante la definizione di Federico Rampini nel libro (almeno io li la ho letta per la prima volta li) “voi avete gli orologi noi il tempo”, mi riferisco alle: “pantere grigie”, riferendosi alle persone avanti con l’età ma ancora in una condizione fisica e mentale compatibile con il mercato del lavoro. La pantera rimanda l’idea di un animale vigoroso, agile, potente ed intelligente, il grigio da più l’idea di un decadimento solamente estetico, come dire appari più vecchio, ma ci aspettiamo comunque delle buone performance. Da le informazioni che ho devo concludere che questa definizione per gli anziani negli stati uniti è più o meno azzeccata, in quel paese gli over 50, diciamo sono considerati perfettamente adatti ad essere produttivi, creativi, innovativi, non sono considerati solo dei consumatori in attesa della pensione, ma sono considerati un motore di crescita economica e culturale, in breve sono considerati una risorsa. Per quello che ho capito io negli Stati Uniti come in tutti quei paesi ove in qualche modo ha avuto un peso la riforma protestante, l’unica cosa veramente deprecata, è la pigrizia, intesa come rifiuto al cambiamento, rifiuto a cambiare strada, carriera, impiego e città, questo si è brutto per gli anglosassoni. Il mio vecchio libretto di lavoro pieno di timbri di ditte e aziende, che qui fa spesso storcere il naso all’esaminatore durante qualsiasi colloquio di lavoro, in America invece sarebbe considerato positivamente.

Mi chiedevo quale potesse essere l’animale icona che potrebbe rappresentare gli over 50 nel ‘bel paese’ e mi viene in mente solo il cavallino della canzone di Domenico Modugno, il quale dopo avere lavorato una vita in miniera, al primo calare di produttività viene subito pensionato con un bel colpo in testa. Colpo in testa forse solo metaforico, ma che ha comunque il significato di mettere le persone non più giovani in una sorta di stand by, in attesa della pensione nel migliore dei casi, nel peggiore come nel mio caso in uno stato di disoccupazione permanente.

Il mio peccato è stato quello di ragionare, all’americana, di illudermi di essere in un paese dove puoi cambiare verso o almeno di modificare un po’ la direzione di qualche grado, di essere in un paese moderno, invece che seguire il senso comune italico ed attaccarmi come una cozza agli scogli della azienda ove lavoravo anche se in crisi, invece che attaccarmi ai sindacati  (pur non avendo nulla contro questi, anzi….), all’assistenzialismo, alle vecchie cose, optai per un incentivo ad andarmene, puntando sulle competenze che avevo e sulla volontà di acquisirne di nuove, sulla mia capacità poco diffusa in Italia di rinnovarmi, ma qui non siamo negli U.S.A. non siamo nel Regno Unito, non siamo in Germania, non siamo in un paese moderno, siamo in un paese di vecchi ma non per vecchi, il solito paradosso italiano, qui non ci sono pantere grigie, qui ci sono cavalli zoppi.

Il popolo bue italiano colpisce ancora

Il popolo bue italiano colpisce ancora.

il nazional popolare popolo bue italico, non si è estinto anzi è sempre vivo è vegeto, è quello che cerca l’uomo forte al comando ed oggi lo ha trovato in Renzi, ieri in Berlusconi. E’ la stessa massa che in passato ha votato per il ‘più ……………… per tutti’ dell’uomo di Mediaset e che oggi vota per più 80 € per tutti, per tutti tranne che per quelli che ne hanno veramente bisogno come me, disoccupato senza nessun aiuto. Si potrebbe postulare che la massa di votanti si sia spostata a sinistra, ma non è così, come nella relatività in assenza di un terzo riferimento e  di un moto accelerato dire che gli elettori si muovono verso sinistra e dire che il pd si muove verso destra è simmetricamente vero in entrambi i casi.

Chi ha votato pd alle europee in realtà ha votato Renzi e non avrebbe mai votato Bersani per esempio, in realtà si tratta in grossa percentuale di gente che vota per ‘l’uomo forte’, concetto fortemente di destra, questi elettori non sono ideologicamente di sinistra e il giorno che il pd dovesse tornare ad essere un partito di sinistra con le istanze della sinistra, non lo voterebbero più.

Quando ho deciso di votare per il M5S, ho messo in conto il fatto che il movimento avrebbe potuto ottenere un cattivo risultato, questo perché un mio istinto innato mi ha sempre portato a comportarmi in maniera anticonformista, a percorrere sempre il senso opposto rispetto a quello degli italici pecoroni. Questa dinamica non mi ha mai portato dei vantaggi pratici, anzi…… ma come nella storiella della rana e dello scorpione: ‘questa è la mia natura’. Non si può andare contro la propria natura, non posso farlo io e forse non può farlo il popolo bue ormai non più Popolo Bue Delle Libertà.

Anche se una parte considerevole del popolo bue delle libertà al contrario di quello che dicono i nostri ‘attenti’ giornalisti non è scomparso, anzi è vivo e vegeto, se anche quì consideriamo il consenso del nano in maniera relativistica, nel senso che, in quale paese che non sia delle banane un ometto come l’egonano dopo tutto quello che ha combinato e non combinato, prenderebbe ancora il 16% dei consensi, a mio avviso, visto nell’ottica della realtà dei fatti, per che ha vissuto in questo paese (purtroppo) e non sul reef australiano, questo è un grosso risultato, per il quale non faccio i complimenti al nano dalle grandi orecchie ma rimprovero l’assurdo comportamento di quegli elettori che per diversi motivi che io identifico per lo più nell’ignoranza e nell’egoismo, che ancora non percepiscono il senso dell’assurdo e continuano a votare per Berlusconi.

L’utopia del ‘no paper office’ e l’inutilità delle agenzie del lavoro.

L’utopia del ‘no paper office’ e l’inutilità delle agenzie del lavoro.
Pensavo di averla scampata,  pensavo che la paura ed il disagio di dovere scrivere con una penna righe e righe di parole, che con l’avvento della tecnologia informatica in atto da anni, questi timori si fossero definitivamente dissolti, che oramai nessuno mi avrebbe chiesto di scrivere niente più della mia firma, che nell’era di internet avrei solo compilato form on-line, precisi, efficaci, rapidi, puliti e ordinati. Gli stessi moduli che io programmo i quali inviano i dati ad un database o li salvano magicamente su di un file. Ho scoperto che quella mia riluttanza e difficoltà a scrivere in maniera comprensibile, si chiama disgrafia. Oggi si è molto attenti a queste cose ma quando ero giovane, quando andavo a scuola, non esistevano nemmeno le diagnosi e le strategie di compensazione per questi disturbi, allora io ero solo uno che scriveva male, pur avendo dei buoni contenuti ad esempio nei temi, avevo ed ho tuttora una grafia di merda.
Da ancora prima del computer avevo preso l’abitudine di scrivere a macchina, qualsiasi cosa che doveva essere poi fatta leggere a qualcuno. Con la diffusione del computer poi mi sono quasi dimenticato di avere questo problema, purtroppo però spesso proprio negli ambiti dove la tecnologia dovrebbe essere scontata, come per esempio le agenzie del lavoro, invece ancora oggi in questi uffici ti danno da compilare assurdi fogli di carta, le stesse agenzie che nelle loro mail scrivono: “please before you print this, consider the enviroment” O: “prima di stampare questa mail pensa all’ambiente”. Quando ti ritrovi nei loro uffici per un inutile primo colloquio che potresti benissimo fare con Skype, ti mettono in mano fogli da compilare con generiche, inutili e anacronistiche domande. Questi signori che vogliono farmi sentire vecchio e obsoleto, con i loro slogan e continui richiami alla modernità, al fatto che “ti devi tenere sempre aggiornati”, in realtà sono loro obsoleti e inutili, continuano a tenere uffici pieni di pile di carta, stampano mails quando non serve, ovvero sempre, ti fanno fare inutili chilometri in macchina o con i mezzi quando potrebbero usare collegamenti Skype almeno per i primi colloqui, come per altro mi è capitato di fare qualche azienda, dove è finito il “no paper office”.

Ecco un compito per Renzi (ammesso che riesca a durare qualche mese) Riformare o meglio eliminare del tutto queste agenzie per il lavoro, come sono strutturate invece che aiutarti a trovare un lavoro sono anzi una barriera con le vere realtà che forniscono il lavoro, le aziende.
Faceva barriera tra me e il lavoro il vecchio ufficio di collocamento statale, quando ero giovane e era per me facile trovare lavoro direttamente nelle aziende senza passare per la burocrazie. In modo diverso fanno barriera queste private oggi troppo in conflitto di interessi, troppo sbilanciate su gli impieghi a tempo determinato perché ovviamente permette loro di reiterare il guadagno, troppo giovanilistiche a discapito di chi ha più bisogno. Poi sopratutto sono troppe pur in un momento di flessione del mercato del lavoro, questo sarà indicativo di qualcosa, o no?

Da Dalema a Renzi i rianimatori del nano.

Da Dalema a Renzi i rianimatori del nano.

Possibile che i leader o pseudo tali del pd debbano reiterare all’infinito gli stessi errori. Oggi è il turno di Renzi che con gli elettrodi sul corpo senza vita del ego-nano nazionale da le consuete scariche: “libera, libera, libera” e poi vai di rivoltante respirazione bocca a bocca ed ecco che l’ometto si riprende con i suoi capelli virtuali dritti in testa.

La prima rianimazione la fece Dalema con la bicamerale, quando Berlusconi era politicamente down, ovviamente dopo avere ottenuto quello che voleva il nanetto affetto da priapismo fece saltare il tavolo della bicamerale e Dalema lo prese dolcemente in quel posto.

Poi ci fu quell’altro grande genio di Veltroni che si riferiva B. o curto come se fosse un entità astratta, che ancora doveva manifestarsi, come la particella di Dio, il famigerato bosone di Higgs: “Il capo dello schieramento a noi avverso”. Così lo chiamava dopo averlo anche in questa occasione riportato in vita attraverso manovre di rianimazione, del tipo: “il mio interlocutore naturale è Silvio Berlusconi” In una situazione dove sarebbe bastato che il brillantone cercasse il dialogo con Casini e coloro che in qualche modo erano riusciti a isolare B., per magari vincere le elezioni, fare fuori un becero centrodestra e il suo padrone. Questa si chiama però si chiama strategia politica e intelligenza, ma pare che questi due geni siano assenti dal dna del PD.

Si perché la stessa cagata ora la sta facendo l’uomo nuovo, invece che cercare di dare una definitiva strategica spallata ad un  politico che è un pericolo per il paese e anche per la sua carriera, lui preferisce richiamarlo nella politica, fa niente che è un pregiudicato.

Per salvare l’Italia serve Un antitaliano.

Per salvare l’Italia serve Un antitaliano.

Renzi ,Grillo, Letta, Civati, Fassina, ecc. coloro che potrebbero apparire come la novità politica, sono quelli che dopotutto non hanno una responsabilità diretta del fatto che la nazione intera sia nella merda. Anche costoro comunque non hanno le palle per indicare, quella che è l’unica strategia possibile attualmente, per fare ripartire l’economia, ovvero il ripristino di una condizione antecedente l’inizio delle cause della crisi economica, un po’ come quando lo smartphone si inceppa (per usare un termine poco tecnico) e si preme quel tasto che recita: “ripristino dati di fabbrica”.Significa semplicemente che bisogna restituire potere d’acquisto, quindi fiducia, a coloro che in questi anni l’hanno perso a svantaggio di coloro che in questi anni si sono arricchiti a dismisura. Il paradigma da mettere in atto è quello della REDISTRIBUZIONE delle ricchezze e non di 5 ridicoli miliardi spalmati su 5 anni, come vuole fare questo inutile governo ma almeno 300 miliardi, sottratti ai ricchi, alla finanza, alla mafia, agli evasori, legalizzando e tassando la prostituzione, legalizzando e monopolizzando le droghe leggere, le quali di fatto sono già libere assieme alla cocaina, libere nelle misura in cui reperibili da chiunque in qualsiasi momento, facendo pagare le tasse al gioco d’azzardo (molte più tasse) sopratutto a quelle macchinette rovina famiglie.

Non si tratta di comunismo, anzi di liberismo, il liberismo dice che il mercato determina il benessere della popolazione, che un individuo perseguendo il proprio arricchimento automaticamente persegue anche il benessere della collettività. Il liberismo dice anche che qualsiasi azione commerciale che svantaggi un soggetto economico indipendentemente dalla sua ricchezza di partenza è per il mercato un fallimento. Poniamo che ciò sia vero, legittimo e morale, allora tutto dipende dalle condizioni di partenza, siccome nel nostro nepotista, corrotto e mafioso paese le condizioni iniziali non sono state determinate dal caso e nemmeno da merito, saggio sarebbe azzerare tutto o quasi, buttare le vecchie carte da gioco, aprire un nuovo mazzo, redistribuire le carte e ripartire con le vere regole del liberismo, ovvero libera e vera concorrenza, meritocrazia e libera impresa, fatta da liberi imprenditori che giocano con le loro fiches non con quelle dello stato, come i Riva o i “capitani coraggiosi” si Alitalia. Azzerare tutto redistribuendo energicamente verso le classi meno agiate, ritornare ad una situazione meno schifosamente a vantaggio dei ricchi finanzieri, e più verso una giustizia sociale. Io penso che l’idea liberista, sia superata, obsoleta, poco scientifica e moralmente discutibile, il fatto è che però nel nostro paese in questi anni non si è applicato il liberismo ma una sorta di ibrido una sorta di libernepotismo, una cosa tipicamente italiota, infatti per esempio la Spagna sta uscendo in qualche modo dalla crisi, noi no perché il nostro è un problema strutturale e sopratutto culturale e nessuno dei politici attuali ha il coraggio di pronunciare le parole: redistribuzione  e giustizia sociale, per paura di essere tacciato di comunismo o peggio di assistenzialismo,  il paradosso è che in questo paese l’assistenzialismo c’è sempre stato solo che stato rivolto ai potenti ed ai ricchi anziché ai poveri, un’altra parola molto abusata in Italia: “famiglia”, ha fatto più che altro danni perché per noi la famiglia è il recinto dei privilegi, anzi dei “diritti acquisiti”. Nessuno nemmeno Grillo ha il coraggio di andare contro l’ideologia della famiglia ma è quello che ci vorrebbe.

Mai come in questo momento avremmo bisogno di politici coraggiosi che senza paura abbiano il coraggio di mettere in discussione l’italianità stessa, tutti quei paradigmi di cui erroneamente siamo stati persino orgogliosi. Mai come in questo momento avremmo bisogno di un anti-italiano.