I grandi semplificatori (una cosa che scrissi molto tempo fà)

I grandi semplificatori (una cosa che scrissi molto tempo fà), comunque attuale.

 

Mi è capitato di rileggere questo articolo che scrissi agli inizi del secondo governo Berlusconi, se non ricordo male. Il fatto che si adatti benissimo anche al momento attuale, è la lampante dimostrazione che viviamo in un paese veramente statico, cambiano le persone ma le idee sono sempre le stesse vecchie, stantie, anacronistiche, inefficaci e stupide di sempre.

Le mie idee sono cambiate e di molto su alcuni argomenti, come quello dell’immigrazione, personalmente mi sento molto meno altruista e molto meno tollerante, questo perché vivo io una condizione molto difficile, di mancanza di lavoro e di prospettive ad una età che di per se è motivo di pessimismo in un paese di vecchi ma non per vecchi. Mi sento meno disponibile verso il prossimo sopratutto verso quelli che cercano solo una opportunità di miglioramento economico ma che non sono in pericolo di vita, le mie idee di fondo, la mia ideologia non è però cambiata e penso che l’intolleranza sia causata dalla mancata redistribuzione delle ricchezze, dalla profonda ingiustizia sociale. Incomincio a pensare a volte che la democrazia non sia un vantaggio per le persone che come me vivono ai limiti della povertà ma che fosse per noi meglio una dittatura comunista dove le ricchezze vengano ridistribuite con la forza, per pensare io questo che ho sempre dato alla libertà individuale l’importanza assoluta, vuole dire molto .

Penso sempre più fortemente che capitalismo e giustizia siano in aperto contrasto e non possano coesistere.

 

Questo era l’articolo:

La storia è piena di quelli che possono essere definiti: “i grandi semplificatori”.

Mi spiego: comprendere le cause di un malessere sociale, di una determinata situazione negativa, di una crisi economica, ecc.èun’impresa tuttaltro che semplice. Sono tantissimi gli elementi da prendere in considerazione, come: le fluttuazioni del mercato, le scelte politiche sbagliate, le grandi e piccole scelte imprenditoriali sbagliate, un tipo di mentalità anacronistico diffuso su larga scala, lo scatenarsi della natura, ecc… Tutte cose che influiscono su altre che a loro volta sono legate ad altre ancora. A volte ci sono delle responsabilità di qualcuno a volte molto meno. Insomma capire le cause di un malessere diffuso è difficile e se si individuano queste ultime rimane comunque molto complicata l’analisi delle situazioni, delle azioni, delle mancate azioni, e delle causalità che a loro volta hanno determinato queste. Ecco che quì intervengono i “Grandi semplificatori”, quelli che ti dicono che vivi male a causa degli extracomunitari, piuttosto che a causa dei terroni o dei comunisti. Ti dicono che se qualcuno è disoccupato è perchè non ha voglia di lavorare, ecc… Nulla sarebbe se non ci fossero a loro volta piccole menti amanti delle semplificazioni, che di gran lunga preferiscono adottare rozze idee facili da gestire piuttosto che intraprendere l’arduo sentiero della ricerca del dubbio contro una fede becera, della ginnasica deella mente piuttosto che del culto della personalità di leaders senza nessuno spessore umano ne politico. Mai come in questo periodo avremmo bisogno di lucide menti, di una grande scienza, di grandi pensatori, di grandi politici, di grandi capacità di analisi e invece la sorte ci ha regalato I GRANDI e inutili SEMPLIFICATORI. Spero che riemerga un po’ di saggezza in questo paese.

Ma è possibile che sono il solo a vedere che il re è nudo e che Jovannotti non sa suonare.

Ma è possibile che sono il solo a vedere che il re è nudo e che Jovannotti non sa suonare.

Ci sono dei momenti che penso che il genere umano sia totalmente rincoglionito ed in particolare modo il popolo bue italiano. Mi ricordo di Jovannotti (essendo io vecchio) quando saltellava, come un pirla seguito da un bambinetto che era il suo clone solo miniaturizzato. Saltava e cantava, pardon parlava, Jovannotti non ha mai cantato ha sempre parlato, comunque lui saltellava e diceva cose tipo: “E’ qui la festa?” o “non toccarmi il culo”, ecc. Poi dopo un po’ di anni un mio amico un poì minchione mi infila prepotentemente una audiocassetta (si roba preistorica), con su scritto Jovannotti nello stereo dell’auto, gli dico: “ma sei scemo? Mi metti Giovannotti e mi togli Frank Zappa”; “spegni quella cazzo di canna che ti fa male” “ma no” mi dice “fidati Givannotti è cambiato ora fa cose serie, cose impegnate, cose di sinistra…..” “Sti cazzi” dico sommessamente, mi arrendo lo ascolto e alla fine dico: “ma fa comunque cagare! Sembra più attento alle ‘problematiche sociali’ ma è sempre comunque stonato e non sa suonare, se qualche merito c’è, non è suo, ma di qualche bravo artista che suona con lui, capitato li per caso.” . “Ma è cambiato” Si Giovanotti è cambiato, questo in Italia già deve bastare fa niente che fa banale musica clerical renziana, farcita di retorica e trionfalismo, fa niente che è stonato come un’anatra operata di tiroide. Non fa niente che a “che tempo che fà” ha preso in mano un armonica blues e non è nemmeno stato capace di suonare “La Susanna”. Cazzo lui è cambiato, è successo 35 anni fà ma è cambiato. Mica cazzi.

Fa Sol La Do Do Re Do La Fa So La La Sol Fa Sol, la Susanna la sanno fare con l’armonica persino i bambini di 4 anni. E lui la visibilmente cannata, possibile che nessuno se ne è accorto

Sono intorno a me ma non parlano con me… e se la cavano sempre con la frase: “non è reato”

Hanno tutto controllano tutto, sono come noi ma non parlano con noi, sono meno intelligenti di noi ma sono furbi più di noi, sono brutti come una telenovela ma frequentano donne bellissime, sono intorno a noi…. ma si mimetizzano per la vergogna.

Hanno la politica, le case, il successo, sono in tutte le trasmissioni, ma vogliono altro,vogliono anche il vino, ma non da bere, no lo vogliono vendere.

Avere la faccia di merda non è reato ma è pur sempre qualcosa di sgradevole.

Dalema se il vino te lo bevevi e basta… non era meglio!

Meglio scontentare tanto pochi che scontentare poco tanti.

Questa è la semplice logica della politica, in quanto pochi scontenti anche se infuriati neri, sono pochissimi voti per la politica, questo il motivo per cui si sente tanto parlare di disoccupazione giovanile e meno della disoccupazione delle persone più mature che per ovvi motivi è molto più grave di quella giovanile. Chi è giovane può sempre emigrare, ha ancora una famiglia alle spalle, chi è vecchio non è ben accetto specie in Italia nelle startup e la famiglia la deve mantenere.

Questo spiega perché chi sta veramente male non viene aiutato a favore di chi sta solo maluccio, questo spiega il perché Renzi ha preferito dare 80€ a coloro (tanti) che dopotutto non ne avevano bisogno piuttosto che darne magari 500€ a coloro (pochi) per i i quali avrebbero veramente fatto la differenza. Il neo nano successore ideologico del nano di Arcore sostiene che dare qualcosa a chi non è con l’acqua alla gola aiuterebbe a fare ripartire l’economia, big bullshit, se l’intento fosse stato quello di dare un impulso ai consumi e non quello di avere un preventivo consenso elettorale, avrebbe dovuto investire quei soldi per esempio nella banda larga, in ricerca e sviluppo, nella ristrutturazione delle scuole, ecc.

Per chi è nella merda profonda è meglio una devastante crisi economica che una piccola crisi economica, vale la stessa logica delle malattie, è meglio ammalarsi di una grave malattia pandemica che di una malattia anche meno grave ma con pochi casi circoscritti, perché nel primo caso le industrie farmaceutiche investiranno milioni e milioni pensando poi di guadagnarne miliardi, nel secondo caso non si disturberanno nemmeno di dare un nome alla patologia.

In una grossa crisi economica la classe politica cercherebbe di correre ai ripari velocemente cercando di aiutare tutti ed i politici più che pensare al consenso penserebbero a salvare le palle e comunque il successo delle conseguenti manovre politiche porterebbe anche indubbiamente consenso elettorale ed essendo il malessere diffuso le strategie saranno atte ad aiutare la maggior parte delle persone, quindi aumenterebbero le probabilità per ognuno di usufruire di politiche di crescita. Al contrario in una crisi economica seppur seria ma non devastante i politici metteranno sempre come primo obbiettivo il consenso elettorale, senza per altro rischiare più di tanto, in questo caso chi si trova nelle condizioni peggiori rimarrebbe comunque una minoranza, quindi le probabilità che le politiche di crescita attuate siano vantaggiose anche per lui sono molto basse, nella logica che è meglio scontentare tanto pochi che scontentare poco tanti.

La classe politica si nutre di diseguaglianze.