Cosa vuol dire? Questo governo spinto (in gran parte dalla lega ma con la resistenza di AN ed UDC) vorrebbe fare dell’Italia una confederazione di regioni con polizie e sanità proprie per ognuna di queste. Trovo questa cosa assurda in un paese come l’Italia, Nazione arricchita proprio dalle differenze tra regione e regione. Secondo me l’idea di distribuire i poteri politici ed istituzionali su tutto il territorio nazionale, non è del tutto sbagliata,è la becera modalità di questo governo per attuarla. Rimane poi il fatto che non è a mio avviso un esigenza delle masse (anche se partiti come la lega vogliono farlo credere) quello di attuare questa divisione della nazione. Non voglio però ora parlare di tutte le assurdità di questo progetto, parto di una classe politica arrogante semplicistica e quasi mai in buona fede. Dicevo si può attuare e forse è addirittura fisiologico una sorta di federalismo, ma non può assolutamente partire dalla politica e comunque dall’alto. Ogni rivoluzione che si rispetti parte dal basso, voglio dire: prima si creano le condizioni necessarie a che ciò avvenga, poi la cosa dovrebbe attuarsi quasi con un automatismo. Ho sempre ritenuto molto valide le idee di Marcuse, quando sosteneva che per cambiare la società bisognava cambiare i modelli di produzione. La rivoluzione industriale ha trasformato la geografia, passando dai piccoli centri rurali alle grosse città, questo perchè era nata l’esigenza di continuare la produzione, di avere grandi fabbriche, questo è stato possibile grazie alla capacità di produrre grandi quantità di energia. Energia si,è in ultima analisi il modo di produrre energia che determina la struttura delle società e della organizzazione dei territori. Come spiega benissimo Rifkin nel suo libro: l’economia all’idrogeno è stata la capacità o meno di sfruttare le risorse energetiche che ha decretato il successo o la sconfitta di imperi, eserciti e società nel passato dell’uomo. In ultima analisi gli alleati hanno vinto la guerra grazie alle allora infinite risorse di petrolio Texano, mentre i nazisti facevano funzionare i carri armati con combustibile vegetale e con difficoltà anche a procurarsi quello. Io penso fermamente che i modelli di produzione determino i tipi di organizzazione delle società e che i modi di sfruttamento energetico a loro volta determinano i modelli di produzione. Un federalismo fiscale per cui potrebbe derivare, essere causato dall’utilizzo di risorse energetiche diverse dagli idrocarburi, ma anche comunque diverse da qualsiasi tipo di energia che per sua natura deve essere concentrata in enormi quantità. L’idrogeno in se non è una fonte energetica, bensì un vettore cioè una specie di batteria con la quale accumulare l’energia prodotta in una infinità di modi. Idrogeno, potrebbe significare federalismo, un federalismo naturale vero, sopratutto non imposto dall’alto ma suggerito dalla naturale evoluzione dell’uomo. Da qui non più grosse strutture produttive ma piccole realtà di dimensione artigianale interconnesse tra loro, un modo di pensare che per altro giù esiste il modo di pensare a componenti. Come esiste la programmazione orientata agli oggetti, così potrebbe esistere la produzione orientata agli oggetti e di conseguenza una economia e una società dello stesso tipo. Il decentrare la produzione non sarebbe un regresso al vecchio mondo che finiva dopo il campanile, questo per le attuali tecnologie legate alla comunicazione, e sempre come immagina Rifkin oltre ad avere un world wide web per la condivisione delle informazioni esisterebbe anche un world wide web per la condivisione dell’energia. Immaginate un interscambio di elettricità: nel momento in cui la mia attività è ridotta o ferma per il riposo giornaliero, il surplus di energia verrebbe immesso nella rete a disposizione di chi invece in quel momento è nel pieno della sua produzione, per poi attuare il procedimento inverso nel momento in cui le condizioni si capovolgono. Tornando al discorso di partenza de un possibile federalismo, questo sarebbe un federalismo globale nel quale non esistendo più enormi concentrazioni di risorse e di ricchezze col tempo porterebbe ad una vera democrazia mondiale, non esisterebbero probabilmente più personaggi potentissimi sia sotto l’aspetto economico che politico come esistono ora ma al contrario sarebbe un mondo e una società più meritocratica, meno lobbistica e oligarchica. Esisterebbero meno interessi da parte di paesi ricchi verso lo sfruttamento di quelli più poveri, ci sarebbero meno guerre per portare la democrazia ma questa dovrebbe sorgere spontanea. La domanda è gli attuali padroni del mondo molleranno mai l’osso, rinunceranno a gran parte del loro potere e ricchezza, penso di no a meno che non vengano costretti dalle nuove generazioni a farlo. So benissimo che tutto ciò al momento attuale può apparire solo come un’utopia, penso però che sia l’unico modo per salvare questo pianeta (se siamo ancora in tempo) dall’autodistruzione.
Tutto deve partire dal basso
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