Madri che uccidono i loro figli, la massima espressione di un feroce egoismo.

Il caso di Alessia Pifferi è mia opinione che sia ancora più orribile di quello per esempio di quello di Cogne, nell’omicidio perpretato da Anna Franzoni appare palese comunque una grande sofferenza ed una grande emotività, in poche parole un gravissimo disturbo mentale. La leggerezza emotiva (potrei sbagliarmi) che ho percepito dal recente infanticidio, è decisamente inquietante, i ricorda la dinamica di certi nazisti e di certi psicopatici, intesi come menti prive della minima empatia. Alessia Pifferi mette davanti una banale relazione alla vita della figlia. Mi sconvolge anche la potente pigrizia mentale, visto che se l’impulso di scopare con il suo uomo fosse stato cosi impellente, avrebbe comunque potuto gestire la cosa in mille modi diversi, modi che non implicavano la morte per stenti. Avrebbe potuto chiamare una baby sitter, avrebbe potuto abbandonarla in un luogo pubblico, avrebbe potuto l’asciarla in una chiesa, un abbandono non è comunque un omicidio. Ma lei niente, sua figlia non valeva nemmeno uno sforzo mentale un ragionamento. Il suo schifoso egoismo comunque si verifica da molto prima, con buona pace di quegli idioti che vorrebbero eliminare l’aborto, molto meglio non fare nascere un bambino che ucciderlo quando incomincia ad acquisire la consapevolezza del mondo che lo circonda.

Se la Franzoni mi smuoveva oltre alla pena per il bambino, sopratutto una forte pena per lei, questa mi smuove solo rabbia, detesto l’egoismo sopratutto quando è cosi eccessivo ed inutile. L’indifferenza di una madre verso il proprio figlio è più destabilizzante della volontà patologica di uccidere. Paradossalmente si accetta di più un atto di follia estrema che l’indifferenza estrema verso un bambino. Sono cresciuto in una famiglia dove se non c’era qualcosa per tutti comunque la precedenza era per noi bambini, nel paese del: “i figli so pezzi e core” questa egoistica cattiveria diventa inaccettabile.

Mi chiedo se questa donna un giorno si svegli dal suo assurdo sonno della ragione e come Carlo Lissi (anch’esso uccise moglie e figli per una potenziale relazione con una collega che probabilmente non si sarebbe mai realizzata nemmeno se fosse stato libero) rinunci ad un alleggerimento della pena, alla luce della coscienza ritrovata.

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