Il mio programma di governo ideale

Le cose da fare per fare ripartire il paese, sono poche e semplici, ma proprio le cose semplici spesso sono quelle più difficili da fare.
Mentre questo assurdo governo, continuamente ricattato dall’uomo che ha in larga parte contribuito a determinare l’attuale crisi italiana, mentre questo governo continua a discutere di imu, argomento veramente pleonastico per la grave situazione del paese, mentre questi ridicoli politici fanno teatro il paese sprofonda.
Quello che ci vorrebbe è un vero governo, un governo finalmente di sinistra, perché le cose da fare per fare ripartire il paese fanno parte dell’ideologia dei partiti di sinistra.

Per prima cosa: bisogna redistribuire le ricchezze verso il basso, da quel 10% di ricchi che negli ultimi 15 anni si sono ulteriormente arricchiti. Anche un bambino può capire che spostare i soldi verso i poveri aumenta matematicamente i consumi, basta immaginarsi una piramide con tanti puntini all’interno che rappresentano le persone, la popolazione italiana spostando il potere d’acquisto verso il basso della piramide si porta questo esponenzialmente a moltitudini di persone. Per farla breve un ricco potrà comprarsi anche 5 o 10 cellulari, ma 100000 poveri acquisteranno almeno 100000 cellulari, con tutte le conseguenze positive che ne deriverebbero.

Seconda cosa: diminuire drasticamente il cuneo fiscale sul lavoro e spostare la tassazione sulla finanza e sul patrimonio, penalizzare chi investe nelle speculazioni di borsa, avvantaggiando fortemente chi investe nel lavoro.

Terza cosa: Lotta serratissima all’evasione fiscale con strumenti tecnologici e giuridici avanzati, trattare gli evasori come si fa in America, ovvero come criminali.
Decidere di sospendere tutte le inutili ‘grandi opere’, il ponte sullo stretto non serve ad un cazzo, è solo per la grandeur del nano, quindi via, la Tav pure, investire sulla riqualificazione del territorio, con tantissime piccole opere che possono partire subito.

Quarta cosa: Investire nella banda larga e nelle nuove tecnologie, obbligare anche gli italiani pigri ad utilizzare la rete (con corsi magari tenuti da disoccupati) anziché fare le file agli sportelli, questo paese deve cambiare anche culturalmente, deve sparire la carta, dai tribunali ma anche da tutta la pubblica amministrazione, finalmente il no paper office. Ogni cittadino dovrebbe avere un suo record online con tutti i suoi dati sia sanitari che del lavoro, che burocratici. Accessibili a seconda dei vari privilegi dell’operatore/utente, insomma un database unico nazionale, ovviamente con i dovuti backup.

Quinta cosa: Fare una serrata lotta alla organizzazioni mafiose e perfezionare il sequestro dei beni di queste in modo che diventino produttivi i brevissimi tempi. Per quanto riguarda le carceri piene andrebbero depenalizzati certi reati riguardo le droghe liberalizzare le droghe leggere, e legalizzare in qualche modo l’uso di quelle pesanti, già così si svuoterebbero le carceri. In altri casi si potrebbe usare la tecnologia gps per controllare detenuti a casa loro, poi costruire nuove carceri, assolutamente niente amnistia o indulti indiscriminati dove escono cani e porci che poi tornano immediatamente a delinquere.

Sesta cosa: Non si può crescere per sempre, sopratutto demograficamente, con buona pace dei cattolici bisogna finirla di considerare la prole come un valore in se, ma anzi bisogna porre un limite alle nascite non incentivarle e anche riguardo gli stranieri non premiare quelli che anno 4 5 figli magari con case popolari e aiuti economici ma fare come in Cina o almeno aiutare tutti quelli che hanno un figlio ma non aggiungere niente per i figli successivi, il paese, anzi il mondo è sovrappopolato, prima si capisce questa cosa e si pongono dei rimedi, meglio è, l’alternativa è l’estinzione del genere umano, come cancro che cresce all’infinito finendo coll’annientare l’ospite quindi se stesso, il pianeta quindi il genere umano. Per quanto riguarda l’economia anche se nel breve termine bisogna ritornare a crescere, bisogna però incominciare a studiare un nuovo modello di sviluppo non più basato sul pil e la crescita economica, ma una sorta di equilibrio tra produzione e consumo, che sia ‘decrescita felice’ o qualcosa di nuovo non ha importanza.

Ovviamente non può un governo come quello di Letta neanche avvicinarsi a certe idee.