Un paese non competitivo e obsoleto

Un paese non competitivo e obsoleto, questo è l’Italia, che ha perso e sta perdendo tutti gli asset strategici industriali più importanti. Siamo indietro anni luce dalle altre nazioni europee. A volte mi chiedo di chi è la colpa, la prima risposta che mi do è che sono i politici, a seguire gli imprenditori che in questo paese andrebbero chiamati come ho spessissimo scritto, con il loro vero nome: prenditori, gente che accumula ricchezze con l’aiuto della politica, ma che in realtà di proprio non mettono nulla, non rischiano nulla. L’inadeguatezza di questo paese, l’assenza di una struttura intelligente e produttiva, io la respiro tutti i giorni, la percepisco negli operatori di call center che mi chiamano tre quattro volte al giorno con lo scopo di convincermi ad aderire alle loro proposte commerciali, che si tratti di telefonia, internet, energia, pannelli solari o quant’altro, la loro modalità è sempre la stessa, ovvero una modalità sa imbecilli, continuano a chiamarmi sempre gli stessi, semplicemente perché non registrano con gli strumenti informatici i miei feedback, succede allora che chiunque si sieda prende una lista, senz’altro cartacea e incominciando dal primo nominativo rompendo le palle a scendere. Quando basterebbe utilizzare un’applicazione con un database o anche un banale foglio excel in modo da segnare con delle note i feed back delle persone chiamate, cosi da non richiamare quelle che hanno dato un no definitivo, oppure segnalare di richiamare ad un preciso orario, ecc
Quando siamo già clienti e siamo noi a chiamare il callcenter, detto inbound è anche peggio, ti rispondono persone incompetenti perché non correttamente formate per il lavoro, collegamenti telefonici che fanno letteralmente cagare, per la qualità dell’audio, anche qui non si apre un record per il cliente, quindi ogni volta che si richiama bisogna rispiegare tutta la storia dall’avento della civiltà industriale fino allo specifico del nostro cazzo di problema. Problema poi puntualmente non risolto, come è successo a me con GdfSuez, (il peggior erogatore di energia che vi possa capitare). Successe che dopo avere ricevuto una bolletta troppo alta, parecchio fuori dalla lettura reale del gas, telefonai al call center preposto, il di cui opeatore che mi rispose mi disse di non pagare la bolletta in questione, che poi in seguito ad una lettura del contatore mi sarebbe arrivata una nuova bolletta con il costo reale. Tutto questo progetto probabilmente rimase solo nella mente inadeguata dell’operatore, in quanto altre bollette arrivarono ma quella in questione andò in riscossione con relativa mora e minacce legali.

La famosa C.R.S. carta regionale dei servizi, tesserino che uno dei best friends del corto uomo di Arcore ha reclamizzato all’inverosimile, come il grande balzo dell’umanità residente in Lombardia verso il futuro tecnologico, mica cazzi. Peccato che non funzionasse una bella minchia, se avessero investito in programmazione anziché in promozione e pubblicità probabilmente sarebbe funzionata meglio, se avessero formato il personale, probabilmente il giorno che mi recai in ospedale con mia figlia per una sua visita, alla mia affermazione fatta all’infermiera che non trovava la prenotazione di mia figlia che sottolineava il fatto che avevo prenotato con la C.R.S., non avrei avuto come risposta: “ma cosa è la C.R.S.?”

Siamo un paese arretrato è la colpa è dei politici degli imprenditore ladri o incapaci, ma anche di tutti quegli italiani,  quelli che non fanno il piccolo sforzo mentale per aggiornarsi, per informarsi, quegli Italiani che insistono nel volere usare il contante anziché la moneta elettronica, quegli italiani che hanno fatto sempre propria la filosofia del “qui si è sempre fatto così”, del “sono troppo vecchia per il computer”, del “quello non è compito mio”, del “io cosa ci guadagno”. La colpa è anche di quegli italiani per i quali smettere di votare per un frodatore fiscale, per qualcuno che oramai è il passato remoto, risulta uno sforzo mentale troppo intenso.

E responsabilità di tutti quegli italioti per i quali le parole cambiamento, modernizzazione, giustizia sociale, uguaglianza, onestà, risultano parole vuote.